L'incanto dell'ombra

Se la vita non è sogno allora nulla ha senso

L’ombra è la tua. Sei tu che la fai.

SUNSET LIMITED di Cormac McCarthy, Einaudi 2008

Un formidabile incontro di pugilato, pesi massimi: all’angolo destro il Nero, detentore della cintura di campione della Fede. All’angolo opposto il Bianco: detentore della cintura di campione del Nichilismo. Nel bel mezzo del ring una Bibbia. Chi vincerà dei due? Il credente oppure l’ateo? Un dialogo filosofico sul senso della vita, senza esclusione di colpi. Valgono anche quelli bassi. L’arbitro non ci dà peso. Il pubblico è duttile: si lascia ammaliare ora da un pugile ora dall’altro, eccitato dai colpi migliori. Il Nero, un operaio, viene dai bassi fondi, è stato in carcere, quello che sa lo ha appreso dalla strada e dalla Bibbia. Il Bianco è un intellettuale, un uomo colto, sofisticato, un professore, viene dalla classe sociale privilegiata. Saggezze diverse. Due menti inquiete che non si accontentano di soluzioni semplici. Due visioni del mondo opposte si confrontano con ironia e insofferenza. Due binari di ferrovia, che non si sarebbero mai potuti incontrare, ma il destino, o Dio, li ha messi uno sulle braccia dell’altro. Almeno per un po’.

“Credere non è come non credere. Uno che crede alla fine arriva alla fonte della fede e non deve più cercare altro. Non c’è un altro. Ma chi non crede ha un problema. […] E allora che ne dici, professore? Tu esisti davvero?”; “Non ho niente di sbagliato, secondo me. Penso di aver raggiunto il punto in cui si è costretti a guardare in faccia la verità, tutto qui. Il fatto che sia diverso non vuol dire che sia pazzo”. Colpi su colpi e quando pensi che ormai l’avversario sia alle corde, ecco che si riprende, si piega di lato e sferra un gancio micidiale. “Il quadro più pessimistico è sempre quello giusto. Quando uno legge la storia del mondo, legge una saga fatta di stragi, avidità e follia la cui gravità è impossibile da ignorare.”; ” Il punto non cambia. Il punto è sempre lo stesso punto. […] La luce è tutta intorno a te, sennonché tu non vedi nient’altro che ombra.”; ” Come vuole. Per me il mondo è fondamentalmente un campo di lavori forzati da cui ogni giorno si estraggono a sorte dei detenuti – completamente innocenti – perché vengano giustiziati. Non è così che la vedo. È così che è. Esistono pareri diversi? Certo. Resistono a un esame approfondito? No.”; “[…] sei un uomo intelligente tu. Troppo intelligente per me”; “Lo pensa sul serio? […]”; ” Sì certo. Con uno che sa prendersi per il culo così bene da solo, vorrei sapere che speranza ho io.”

Assistiamo a questo incontro immersi nella penombra dorata di un tramonto. Un brivido ci corre lungo la schiena, perché intuiamo il pericolo, siamo su di uno strettissimo passaggio pericolante, in qualsiasi momento potremmo essere inghiottiti dal vuoto. Vincerà la vita o la morte? Alla fine di questo viaggio, avremo ancora desiderio per la vita o ne saremo disgustati a tal punto da desiderare la morte? Questa commedia di McCarthy va dritta al punto, senza fronzoli ci costringe a fermarci e a riflettere. Ci fa scendere dall’otto volante delle nostre vite e ci mette di fronte a quei quesiti che tanto ci terrorizzano e da cui non facciamo altro che scappare. Che cosa sto facendo? Qual è la natura delle cose? Chi sono io? Chi sono gli altri? Per cosa vale la pena vivere? Che senso ha la vita? Bianco e Nero hanno trovato le loro risposte: Bianco non ha dubbi, è professore. Nero, invece, l’operaio che ha appreso più dalla vita che dai libri, non è così granitico… sembra voler dire: “ehi fratello sta’ attento! Vola basso ché le idee possono imprigionarti!”. Il nostro pensiero (fatto di parole) è tutto ciò che abbiamo del mondo, a volte ci salva a volte ci condanna. Luce o Tenebra? Siamo solo esseri umani.

Sabina Valenti (articolo e foto)

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