Gigacapitalisti di Riccardo Staglianò – Einaudi, 2022
Gigacapitalista s. f. e m. Capitalista dalle enormi fortune economiche, che possiede un grande potere mediatico, politico e sociale (Treccani).
Bezos, Musk, Zuckerberg, Gates, Cook. Il club dei Fantastici 5. Riccardo Staglianò, col suo libro inchiesta, svela i retroscena inquietanti e oscuri che hanno portato questi uomini a diventare gigacapitalisti e, quindi, padroni dei destini della maggior parte di noi. Non solo perché essendo più ricchi della maggior parte degli stati del mondo possono permettersi di minacciare interi continenti (come Tim Cook ha fatto con l’Europa che voleva tassare Apple), ma soprattutto perché sono i tiranni del mondo digitale, quello a cui tutti noi abbiamo affidato più volenti che nolenti e in modo incosciente e spericolato, le nostre vite. Adesso la condizione sociale ed economica della maggioranza degli abitanti dei paesi più ricchi è simile a quella dei servi della gleba o, meglio ancora, servi della rete. La maggior parte degli abitanti del resto del pianeta è semplicemente in schiavitù. Non è un’esagerazione, basta dare un’occhiata al World inequality report 2022: – Se parliamo di ricchezza, dal 1990 a oggi l’1% più ricco della popolazione si è accaparrato il 38% della ricchezza aggiuntiva accumulata, a differenza del 50% più povero a cui sono arrivate solo le briciole (il 2%). Un dato che da solo spiega bene come mai la classe media si stia pian piano schiacciando verso il basso, e cioè verso quella povera, andando di fatto a incrementare il divario esistente. E ancora: il 10% della popolazione mondiale possiede ora il 76% di tutta la ricchezza; la ricchezza degli individui più ricchi della Terra è cresciuta dal 6 al 9% all’anno dal 1995 a oggi, un aumento esacerbato dalla pandemia che ha portato all’incremento “più rapido mai registrato della quota di ricchezza dei miliardari mondiali”– [https://asvis.it]. Si sta concretizzando, sotto i nostri occhi e in tempi che in confronto il secolo breve è una gara di bocce per pensionati, una società neofeudale in cui un’esigua percentuale di aristocratici spadroneggia su una massa il cui unico scopo è servirla. Alla faccia dell’Illuminismo.
I Fantastici 5 sono ammirati da miliardi di persone. Sono considerati idoli, sono l’esempio del successo. Eppure se sapessimo come hanno fatto a diventare così ricchi e potenti, forse ci renderemmo conto che in realtà l’unica cosa di eccezionale che hanno è quella di essere senza scrupoli e capacissimi di infilarsi nelle crepe legislative degli Stati per sottrarre denaro pubblico traendo il massimo profitto con un minimo rischio d’impresa. Soprattutto in situazioni di emergenza globale, come la pandemia o la crisi climatica. Sono maghi nell’incamerare denaro pubblico e trasferirlo nei paradisi fiscali. Con la promessa di portare sviluppo e lavoro nei territori dove si insediano, i politici (che si lasciano facilmente corrompere) permettono loro di desertificate e condannare al sottosviluppo intere città, intere nazioni. L’accademico francese Gabriel Zucman stima che – l’evasione (fiscale) dell’insieme delle grandi aziende americane, non solo tecnologiche, è sui 130 miliardi di dollari l’anno -. Niente di nuovo, direte voi, tipica trappola del capitalismo. Eppure di nuovo e di orribile è che i nostri F5 riescono a farlo a velocità supersonica e con una capacità distruttiva immensamente maggiore rispetto a quella dei tycoon d’antan. Perché entrano nelle nostre teste, innestano nel nostro pensiero opinioni, possono sistematicamente lavarci il cervello. Perché ogni giorno, ogni minuto utilizziamo i loro software e riveliamo loro ogni nostro più intimo anelito.
L’economia digitale che si vuole spacciare fautrice di un capitalismo umano in realtà funziona esattamente come quella dell’economia fossile: “Estrae l’attenzione degli esseri umani come quelli fanno col petrolio. E quando i pozzi scarseggiano, passano a tecniche sempre più aggressive, una specie di fracking del tuo cervello, tipo bersagliare ragazzi sempre più giovani, conosci che ogni notizia che suscita scandalo ha molte più probabilità di diventare virale delle altre (ed è quindi più redditizia), di fatto incoraggiando le fake news che pure in pubblico si stigmatizzano” (Tristan Harris).
Il breve e agile libro di Staglianò è una preziosa guida e fonte di informazione per aiutarci a comprendere in che guaio ci stiamo cacciando: bisogna svegliarsi, bisogna aprire gli occhi: BISOGNA FERMARLI!
Nicola Pandolfi