Mi è capitato qualche tempo fa. Fu un’epifania improvvisa! Mi resi conto di essere diventata invisibile. Intendiamoci, io mi vedevo riflessa negli specchi ma gli altri… non mi vedevano più! Non che la mia vita sociale fosse ricca. Lavoravo, come ora, dal mio studio, inviavo i miei progetti e qualche volta venivano anche accettati e pagati. Quindi ero sicura di esistere… in qualche modo almeno. La mia vita sociale, dicevo beh! A causa del mio lavoro ero stata costretta a cambiare molti posti, molte città e anche molti paesi. Una vagabonda insomma! Quindi i miei amici, quei due o tre veri amici, li potevo vedere raramente e ci sentivamo periodicamente attraverso i social. L’epifania avvenne nell’ultima città dove mi fermai. Padova. Fu durante una delle mie rare passeggiate in centro storico, in pieno giorno. Ero entrata in un negozio di libri di una grande catena. Giravo con lo sguardo perso sulle copertine dei vari scaffali, aspettando l’ispirazione. Mi capita spesso. Non vado più, come una volta, in libreria con una idea chiara, giro, esploro dalla letteratura alla storia, dalla sociologia alla sezione dei libri di viaggio. La maggior parte delle volte non trovo niente. A volte, invece, m’imbatto in qualche autore sconosciuto che tratta un argomento che mi attrae. Compro il libro e mi siedo sulla panchina di qualche parco per iniziare a leggere. Ma quel giorno la libreria era affollata e la gente continuava ad urtarmi. Nessuno che si scusasse. Un libro di poesie catturò la mia attenzione e mi avviai alle casse. C’era un po’ di coda… ma la gente non rispettava la fila e continuava a passarmi avanti! La cassiera benché fosse a meno di un metro da me non aveva la minima intenzione di notarmi. Presa da una certa frustrazione decisi di lasciar perdere e uscire da quel posto. Fu quando suonò l’antitaccheggio che mi accorsi che il libro l’avevo ancora in mano. Vergognandomi un po’ voltai lo sguardo verso le casse, ma nessuno sembrava essersene accorto. Un tipo grande e grosso infilò l’uscita travolgendomi e mi ritrovai col sedere a terra sulla strada. Mi alzai non senza fatica e, nonostante la via fosse molto trafficata, nessuno mi aiutò, nessuno fece caso all’incidente che mi era capitato! Fu da quel giorno che cominciai ad accorgermi del mio essere invisibile.
Sabina Valenti (articolo e foto)
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