Fare un giro per lo splendido centro storico di Padova, lunedì 30 maggio 2022, è stato un po’ come andare a teatro, non solo perché questa città è una delle culle dove è rinato il teatro occidentale (Loggia e Odeo Cornaro), ma anche perché mi è capitato di vedere due atti in due piazze non troppo distanti d’una stessa commedia (o tragedia?).
I ATTO
In Piazza dei Signori andava in scena la prova generale della manifestazione del 2 giugno per la festa della Repubblica. Uomini e donne di vari corpi delle forze armate, in divisa di rappresentanza, impettiti e in fila, al comando baritono d’un comandante, eseguivano a scatti i vari saluti militari.
II ATTO
In Piazza Antenore, sotto il palazzo della Prefettura, c’era una concentrazione di lavoratori della scuola che manifestavano contro le riforme del governo Draghi. Ecco alcuni degli slogan: “Meno armi più scuole!”; “Più soldi all’istruzione, basta guerra e distruzione!”; “Contro la guerra all’istruzione! Contro l’istruzione alla guerra!”
Sì, in effetti, dopo essermi informato sul contenuto di queste riforme, ho avuto la conferma di ciò che sta avvenendo in Italia: aumentano la percentuale di PIL destinata alle armi e diminuiscono quella destinata all’istruzione. In più, questa povera scuola pubblica italiana è oggetto continuo di riforme e controriforme (a seconda del governo che sale in cattedra) da più di vent’anni:
- 2000, riforma Berlinguer
- 2003, controriforma (abrogata la legge Berlinguer) Moratti
- 2006, Fioroni blocca la riforma Moratti
- 2008, riforma Gelmini
- 2015, “Buona scuola” di Renzi
- 2017, “Buona scuola bis” con la Fedeli
- 2019_2021, tutta una serie di interventi in ordine sparso, (senza una visione globale), anche a causa dell’emergenza pandemica.
- 2022, le tre (?) riforme del ministro Bianchi.
Qual è stato il risultato di tutte queste riforme e controriforme? Risulta evidente che una Riforma ha bisogno di una buona pianificazione (che coinvolga proprio tutti) e di un lungo tempo per essere attuata e verificata sul campo. Quello che si è fatto nel nostro Paese, invece, è stato un vero e proprio massacro della scuola pubblica, che risulta impoverita, incattivita e in preda al caos. Insegnanti e personale della scuola sottopagati (con una percentuale altissima di precari), personale formato male, edifici fatiscenti, numero di studenti per classe esagerato e alunni sempre più ignoranti! La scuola pubblica non funziona. Ma i nostri governi non investono nell’istruzione come fanno invece altri paesi: nel 2019 hanno superato il 6% del Pil paesi come Svezia (6,9%), Danimarca (6,3%) e Belgio (6,2%). Invece Grecia e Spagna (4%), Bulgaria e Italia (3,9%), Romania (3,6%) e Irlanda (3,1%) erano il fanalino di coda. E cosa fa il governo Draghi? Ecco lo slogan che dai fatti si evince: “Più armi, più guerra e più ignoranti!”